NATIVI DIGITALI
I giovani di oggi sono nati in piena fase digitale, non hanno subito quel digital device comune nelle
generazioni passate e sono sicuramente un passo avanti per quanto riguarda il senso di condivisione e
di sponsorizzazione di se stessi. Di conseguenza i loro valori sono cambiati e se prima trovavamo ai primi
posti l’importanza della famiglia adesso troviamo gli amici e il desiderio di apparire. Con gli amici hanno
un rapporto quasi morboso, si scrivono continuamente, usano un linguaggio più adatto ad una relazione
amorosa che amicale e condividono tutto, dal momento in cui si svegliano seguito dai più piccoli dettagli
fino alla buonanotte e al saluto prima di rivedersi, dopo poche ore, a scuola. Anche il loro linguaggio è
cambiato molto, hanno trasformato la lingua base in abbreviazioni incredibili di parole, inizialmente per
economicità poi per moda, così da risultare quasi incomprensibili. Le emozioni sono state condensate
e trasformate in immagini, le emoticon , immediate ed efficaci oramai usate come intercalare tra le
parole, come a voler trasmettere in ogni momento il proprio stato d’animo. Sono figli di uno stereotipo di
superficialità nell’apparire e nell’essere e così si dimostrano anche a scuola, compaiono ogni giorno foto
durante le lezioni mentre scherzano o fanno qualcosa di buffo, da un disegno alla lavagna alla foto alla
compagna o al compagno che si è addormentata/o durante la lezione. Devono mostrare tutto di se agli
altri, tutto il loro voler apparire e la loro curata esteriorità.
Questo morboso desiderio di comunicare evidenzia già un problema di per sé ma se viene portato
all’estremo, per altri scopi e non per pura volontà di condivisione, può sfociare in cyber bullismo.
Quanti gruppi sui social network sono nati da idee fin troppo bizzarre, a partire dal disprezzo per le altre
etnie piuttosto che verso le persone disabili, dal maltrattamento degli animali all’esaltazione di fatti di
cronaca con l’ausilio di immagini a dir poco macabre. Danno fuoco ad animali, fabbricano bombe per poi
vedere “l’effetto che fa”, parlano in modo sconsiderato urtando spesso e volentieri la sensibilità degli altri
e dimostrano di non avere rispetto per niente e per nessuno. Ovviamente questi gruppi vengono censurati
quasi immediatamente su segnalazione ma è nostro dovere chiederci: che cosa ci vogliono comunicare
questi giovani? Giovani ai quali solitamente non manca niente e si ritrovano a fantasticare così tanto nella
loro culla di noia da far nascere le idee più astruse che rimangono vive e incontrastate, spesso a causa di
una guida genitoriale pressoché assente o comunque poco autorevole.
Sono figli di “uomini e donne”, tronisti e veline, costretti in corpi di adolescenti che urlano voglia di
popolarità a qualsiasi costo.
Come possiamo cercare di riportarli a una visione normale della realtà? Dovrebbero reimparare a
condividere solo il condivisibile rispettando la morale comune e cercare di affrontare in modo diverso e più
maturo ciò che li preoccupa, li disturba o li attrae.
I nuovi mezzi di comunicazione sono utili e fondamentali per la condivisione nel mondo globale, sta solo a
noi saperli usare nel modo giusto.
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